martedì 10 marzo 2009

Attimi


Come volevasi dimostrare, non vi nulla di diverso dal luogo in cui ero prima.

Camminavo lentamente, per uno stretto e ripido sentiero di montagna.
Stava per annottare, quando giunsi dinanzi all’antico castello dai grandi pinnacoli cadenti. I raggi del sole, ormai al tramonto, baluginavano di una luce sinistra su pochi vetri ingialliti. L’altra ala del maniero si perdeva tra i folti rami della boscaglia.
In quell’istante, davanti alle mura distrutte e piene d’orrida tristezza, ebbi paura.
Si narravano molte leggende riguardanti questo luogo sinistro. L’ultimo signore era stato un uomo assai crudele, un feroce tiranno che negli ultimi anni della sua vita aveva fatto rinchiudere un giovane in un’umida torre godendo della sua sofferenza.
Raccolsi le lacrime che m’avevano imbrattato le gote e mi fissai i polpastrelli umidi, ma non cedetti. Continuai a puntare lo sguardo verso il gran portale ormai divelto e un brivido mi scorse nelle vene.
Mi parve di vedere, appoggiato al davanzale di una finestra, il burbero signore col cappello piumato in testa e la spada al fianco. Lo immaginai, mentre volgeva lo sguardo intorno e contraeva il volto in un sinistro sorriso.
Guardai quello che un tempo doveva essere stato un rigoglioso giardino e m’immaginai, poggiati alla muraglia, due sgherri col viso coperto da folta barba, fumare le pipe e discorrere di oscenità e delitti. Accanto a loro vi era sicuramente accovacciato un grosso cane, custode del parco e carnefice dell’infelice che avesse osato opporsi al volere del proprietario.
Mi pareva di sentire gli amici del feudatario, convenuti per un banchetto, schiamazzare e ridere allegramente.
Quell’orgia goliardica non riusciva a celare i gemiti soffocati e le grida di dolore dell’innocente fanciullo, rinchiuso nella torre più alta.
Fra lo scroscio delle acque che correvano ai piè del monte e lo stormire delle foglie, fui certa di udire l’eco di un pianto disperato.

(Elena)

9 commenti:

  1. My lady, disapprovo la tua premessa. Non commentare non significa per forza non leggere. Enfatizzare ogni volta un buon racconto non è produttivo nè per chi legge, nè per chi scrive. Non è una gara a chi riceve più commenti, o voti. La gratificazione corre su di un filo sottile e stà nel pensare che qualcuno possa ritrovarsi nel leggere ciò che scrivi. Un abbraccio. Andy

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  2. ....E ti vengo a cercare. Anche in momenti di "crisi" dell'anima come questo. Perchè l'onestà dell'intelletto sovrasta tutto.
    Un abbraccio,
    Sergio

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  3. Ciao Elena, concordo in pieno con quanto scrive silent.night. Io ti leggo ma come già ti ho scritto in precedenza non sono capace di commentare i tuoi splendidi scritti e quindi preferisco evitare di dare l'impressione di passare solo per avere una visita di ritorno. Se vuoi ti lascio anche un semplice saluto ma non penso che cambierebbe qualche cosa. Elena, io parlo per me e credimi che non e facile commentare i tuoi scritti.
    Buona serata e buona vita
    Viviana

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  4. Forse, mi sono spiegata male. Non ho bisogno obbligatoriamente di commenti. Il mio discorso andava a parare sul fatto che anche qui la gente non ti segue se tu non segui loro. Non passano da un blog perchè interessati alle argomentazioni o a ciò che si pubblica. Ma soltamente se tu passi loro passano. Quindi, siamo al punto di partenza di chatta. Io ho volutamente deciso di non navigare nè commentare per vedere se questa era la realtà.
    Un bacio a tutti, in special modo a Sergio

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  5. Scusami Lady, ma forse sono io che non capisco: se è come dici tu allora è meglio che certa gente non passi e tu goda dei pochi attimi che ti possano regalare pochi fedeli lettori. Come ho sempre sostenuto solo l'1% del mondo virtuale regala emozoni, il resto il nulla. E il tuo genere di racconti, di "nicchia", appartiene di diritto a quell'uno%.

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  6. Se posso dire la mia, sono d'accordo con Silent.night, ma comprendo appieno le ragioni della "nostra" Lady. Quando ero soltanto un lettore di blog notavo come post decisamente idioti e senza alcun contenuto ricevevano decine di commenti, altri di ben altro spessore pochi o nessuno. Quando mi son reso conto che i miei post erano poco commentati ho tirato un sospiro di sollievo!
    Ecco, forse sarebbe auspicabile che quelli che hanno qualcosa da dire si sforzino di dare dignità alle cose belle, quando se le trovano davanti. Mi sembra che quello che scrive Lady rientri in questa categoria.
    Saluti a tutti.

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  7. Condivido la disapprovazione per i commentini idioti e forzati, fatti per la necessità di una risposta.
    Ti chiedo solo di continuare a badare alla qualità di ciò che scrivi e non dei commenti.
    E' ciò che scrivi che ci fa volare...

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  8. Probabilmente avete ragione voi, e il mio è solo un momento di marasma mentale, dato da stress primaverile e da sole troppo baluginante per un'anima che ama la pioggia e la notte.
    Un bacio

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  9. Beh stavolta una cosa la dico anch'io, visto che è venuta fuori la discussione.
    A volte ci sono cose che non si devono commentare, ma "sentire" e lasciarle lì dove sono, per quel che sono (imho).
    "...il resto è silenzio"

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