martedì 12 gennaio 2010


La copertina del mio libro con annessa quarta di copertina. Per ulteriori informazioni, chiedete pure.

Elena


Innocenza, dolcezza, passione, perversione, terrore: quanti volti ha l'amore?
Si potrebbe rispondere: “tanti quanti l’uomo ne può esprimere”, perchépervade il nostro mondo, soprattutto dove la storia sembra nasconderlo.
E proprio in una di queste parentesi, prende il via "Lacrime di fuoco", un romanzo che ci trascina nel delirio dell’attività inquisitoria di un tribunale ecclesiastico.
Ambientazione inconsueta per il tema, ma solo a prima vista, perché ci accompagna in mezzo ai frammenti inesplicabili di uno specchio rotto, in cui l’amore si riverbera in tutta la sua contraddittorietà, confusa tra il delirio e la passione, la fede e l’onnipotenza, il peccato e la beatitudine.
Attraverso gli eventi, siamo attirati in un baratro di follia che ci fa conoscere la figura ambigua dell'affascinante arcivescovo Tancredi Alberici, quella pura di Gabriele, suo fratello e di tutti i personaggi che intersecano le vite nel loro cammino.
Ci troviamo, così, di fronte ai tasselli di un mosaico che stenta a ricomporsi, vacillando tra senso e paradosso, in una nuova e spaventosa grammatica “dell’amare”.
Spaventosa perché chi non ha paura d’amare è probabilmente un uomo che non lo ha mai fatto, ma chi si lascia intimorire dalla paura, forse, uomo non lo sarà mai.

martedì 13 ottobre 2009

Animaletto della chat




Destinato a crescere in poco tempo, l'animale da chat si crea un archetipo di personaggio che deve (secondo il suo canone) mostrar visibile un corpo statuario (preso da modelli o quant'altro), glabro e immancabilmente con la testa tagliata o con un paio di occhialoni enormi a celar lo sguardo (sicuramente dalla profonda intelligenza).

Dopo aver superato il gradino del "ho la foto per entrare nel branco", inizia a riflettere sulle frasi che faranno di certo breccia nei cuoricini delle vittime.
E così, parte all’attacco con il messaggio più culturalmente interessante che sa far leva sull’attenzione altrui: “Ciao…” con tanto di tre puntini per renderlo infinitesimale.
La risposta educata è un reciproco saluto, nella speranza che riesca ad estrapolare la coscienza dell’interlocutore.
Ma, codesta vien recisa sul nascere da un “oh bella, hai msn?” o la famosa frase “Cosa cerchi in chat?”

Dolce animaletto da chat, cerco te che fai sviluppare il mio sapere e la mia capacità intellettiva, attraverso i tuoi arcani racconti mischiati ad un connubio filosofico che si placa solo con una frase destinata ad esser cestinata o segnalata ai fautori della community: “Sei porca?” “Hai cam?”.
Ah, sì, dimenticavo: “Vuoi vederlo in cam?” e non proseguo per sopraggiunto limite di volgarità.
Ve ne sovvengono altri?

(Lady Kaine – in fase ironica)

lunedì 18 maggio 2009

Il mio io e quel che ne rimane


Sono solo pensieri sorti in un momento in cui il mio “io e quello che ne rimane” s’incontrano nella via che conduce alla luce soffusa della saletta in ombra, a destra di quell’angolo stondato che vorrebbe esser spigolo.

E il mio “io e quello che ne rimane” si dimena tra le ramificazioni della rosa ormai appassita che vorrebbe tornar viva.
Che ricordi, “io e quello che ne rimane” e la rosa profumavamo di verdeggianti desideri di sogni che, bramosi e vogliosi d’accaparrarsi il primo posto nella fila, spingevano le nubi lontano in modo che l’acquazzone non riuscisse a render melma ciò che era selciato.
Ed ora le elucubrazioni mentali dell’“io e quello che ne rimane” mi portano a pensare d’esser come Omero e cantar le lodi di un antico guerriero che non è altri che il mio “io confuso da quello che ne rimane”.

Lady Kaine

sabato 25 aprile 2009

Vermi...


Un verme strisciante cerca di insinuarsi nel mio mondo...


***

Il verme si ripigla giacendo nell'umida terra. Torcendosi, si annoda e si snoda e s'appiglia al parapiglia della goccia d'acqua che lo sovrasta. Le gambe non ha. Strascicando e arrancando, s'affida al fato per trovare il lato del suo molliccio corpo che regga siffatto umido terriccio torto.

***

Il verme ha cercato di entrare nel mio cervello!! S'insinuava a tal punto da far credere che le sue parole fossero giuste. Io mi dimenavo e tentavo la fuga. Ma lui, flaccido e disgustoso, mi si avvolgeva addosso, stringendosi al collo... l'aria... manca l'aria. E il verme ride e gode del mio patir....

***

Ah, quel verme! Questa notte lo sentivo vagar nella mia gola! Voleva entrarmi dentro, succhiare le mie energie e uscire dall'ombelico, gonfio di gustosa bile...

***

Vermiciattolooooo? dove sei? Oltre a strisciare fai pure l'ipocrita e fingi indifferenza dopo aver tentato di succhiarmi la bile? Eh no, piccolo verme, dovrebbero insegnarti l'educazione. Non si esce dagli ombelichi altrui con la pancia piena di viscido e putrido liquame verdognolo.

To be continued...

(Elena)

giovedì 2 aprile 2009


se il diavolo ti chiedesse di vendergli l'anima per qualsiasi cosa tu desideri, accetteresti?
Sottili raggi di sole penetrano dalla finestra aperta. Lo specchio rifrange la luce colpendo un volto dai lineamenti perfetti. Labbra purpuree mostrando un sorriso dolce ed enigmatico. Le palpebre calano su occhi cobalto e le ciglia disegnano ombre astratte sulla pelle di un candore irreale. «Sei stanco di questa vita?». La voce calda, leggermente metallica, è indecifrabile.
Lo spettatore inerme non riesce a capire se si tratti di un uomo o di una donna. Arretra istintivamente fino a sbattere contro la parete.
«Tu mi hai chiamato. Ora hai paura?». Con passo sinuoso, l'interlocutore avanza. Le lunghe gambe frusciano contro la tunica porpora.
«Io non...».
«Odore di disperazione, aroma di triste risveglio nel mondo. Ci vorrebbe solo un attimo e potresti avere ciò che desideri. Null'altro. Fallo e sorriderai».

giovedì 26 marzo 2009

Caro sconosciuto

Silenzioso lettore come scorre il tuo mondo?
Hai trovato ciò che cercavi, tra le righe di scritti sparsi?
Hai sentito il tumultuoso desiderio di fuga, scorrendo le pagine?
No? Non hai provato nulla?
Allora, ripercorri a ritroso nel tempo i sogni di un bambino. Cerca di afferrare quel desiderio di scoprire l’universo che era insito in un piccolo che apriva da poco gli occhi al mondo. Ogni cosa che accadeva era meravigliosa, oppure terribile, ma credevi, speravi, sognavi.
Io sono rimasta legata ai sogni e ancora conto che possano diventare realtà.
Silenzioso lettore, senti la mia anima fremere dal desiderio di creare ciò che nel futuro qualcuno scorgerà in una scatola, oppure in un angolo di una cantina? Non importa come, ma ciò che scrivo, vivrà con lui.
Caro sconosciuto, ti ringrazio per avere diviso un istante prezioso leggendo poche righe di un essere umano che sorride pensando alla bimba nascosta nel suo cuore. Una bimba che, nonostante il trascorrere del tempo, le fa vedere il mondo con occhi illuminati dal sole.

martedì 17 marzo 2009


Jura di Elena Bertoli & Dory Capuani.

E' possibile acquistare Jura ai link di seguito:
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-Azetalibri
-Unilibro
-Il filo on line shop



Jura non parla di campi di concentramento né di ebrei né di olocausto. E' solo l'incipt iniziale.
E' di pura invenzione e ogni riferimento a fatti o persone è casuale.

"Chi dice che non c’è limite alla crudeltà umana, dice il vero. Chi asserisce che niente è scritto e tutto può cambiare, anch’egli dice il vero”.
Con queste parole si apre “Jura”, un romanzo che s’avventura nella vita e nei segreti di cinque protagonisti. Tutto ha inizio in una fredda mattina d'autunno, nel campo di concentramento di Dachau in piena seconda guerra mondiale.
Percorrendo il viale d'accesso del lager, Derek Meyer, uomo affascinante e dall'aspetto impeccabile, si scontra con la fredda e impersonale scritta in metallo che sovrasta l'entrata del campo: Arbeit macht frei ( il lavoro rende liberi). Queste parole lo lasciano del tutto indifferente: non si trova lì per ragioni politiche, né per magnanimità. Necessita di un nuovo ragazzo per arricchire il suo campionario di merce che vende indiscriminatamente ai rappresentanti in grado della gendarmeria tedesca. In anni come quelli, è riuscito a costruirsi una reputazione tra le file del Reich, camuffando la sua attività come una comune casa di tolleranza.
Durante la sua visita scorge in un putrido angolo Jura Werner, figlio di un prigioniero politico e unico superstite della famiglia.
Freddo e calcolatore, vede nel bellissimo adolescente una miniera d'oro.
Condotto nella dimora del possidente, il personaggio che da il titolo anche al romanzo vive una realtà di umiliazioni e sevizie, ma scoprirà anche l’amore.
Verrà in contatto con il patrigno di Derek: Franz Klein. Medico ormai in pensione, conosce la vita di Meyer e il segreto che si vela dietro la sua cattiveria. La sua presenza sottile, a volte quasi marginale, nasconde in realtà le radici di tutto quello che si snoda nella tormentata vita del figlioccio.
Conoscerà il comandante del lager: Theodod Hics che, spesso e volentieri, farà da coscienza a Derek, suo amico di sempre.
Per ultimo, ma non meno importante: Olaf Soyfer. Giovane ebreo, vive da Meyer ed è trattato come un ospite. Debole nel fisico, è però un motore portante della magione. Semplice, schietto e solare, avrà un ruolo fondamentale nella vita di Jura. Lui è il mondo incontaminato in cui vivono i puri. Non soggiace alla sua situazione, ma la combatte con la dolcezza.
Come sempre, non mancheranno i personaggi negativi e gli intrighi. La vita dei protagonisti si articolerà tra corruzione, indifferenza e speranza di poter sopravvivere.