venerdì 13 marzo 2009

Toccando le corde dell'anima


Un piccolo stralcio di un vecchio racconto.
Non conosco ove mi porterà tal narrazione, ma sento di dovermi soffermare prima che lo scadere del tempo giunga. Il sangue inarrestabile imbratta il lenzuolo che m’avvolge. So che non manca molto alla mia dipartita, ma sono certo che lo scrivano ascolterà i miei lamenti e permetterà alle parole di prender energia sui fogli ingialliti.
Desidero che il mio ricordo permanga nei secoli. Desidero che in futuro qualcuno afferri queste righe e tracci solchi nella propria anima per rispolverare un passato che sopravvive tra il fluttuare di un turbine.
Sono Duncan di Limeston, nato nel 1112 e vissuto nel maniero di famiglia per tutta la mia breve e intensa vita. Addestrato da fanciullo al mestiere della guerra, non ho conosciuto altro fino all’incontro che ha fatto divenire il mio mondo rilucente.
Ma non scavalchiamo passi importanti. Mai vogliasi dire che messer Duncan ha disturbato il vostro quieto vivere. Mai parole pronunziate sulla mia persona devono scadere nel banale e nel già sentito.
Ho combattuto, protetto le mie terre e vinto. E ho amato talmente che ora, nonostante la mia giovine età, non ho più nulla dentro.
Allo scoccare del mio venticinquesimo anno, è venuto il momento di raggiungere la via che mi sarà indicata. Sono stanco e vorrei solo il chiarore incommensurabile che il delirio mi porta. Una spada mi ha trafitto, ma so che non avrebbe potuto spezzarmi il cuore. Questo maledetto è stato distrutto nel mese in cui i fiori rinascono a vita. Ha smesso di battere nell’istante in cui le palpebre son calate su occhi di cielo. Ha smesso, quando labbra rosse come ciliege sono divenute silenziose.
Vorrei poter piangere…vorrei tanto, ma l’insegnamento dice che un uomo non può farlo. E io, che uomo di grandi valori mi sento, continuo a tenermi dentro la tristezza.

(Elena)

1 commento:

  1. Non una sola volta, si muore. Ma tanto più spesso quanto più si ama. E ad ogni resurrezione ti senti immortale. E di nuovo muori....fino all'ultima volta. L'ultima volta si muore da soli...

    Un abbraccio,
    Sergio

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